Perché il sito vetrina è ormai superato (e cosa puoi fare a riguardo)

Negli anni ’90, agli albori del world wide web, qualcuno ebbe un’idea geniale: creare un sito web semplice per la propria attività, che mostrasse agli internauti prodotti, servizi e contatti. Cioè, tutto il necessario per trasformare il visitatore in un potenziali cliente. Così nacque il primo sito vetrina.

Per 30 anni il sito vetrina è stato il re incontrastato del web. Ma nulla dura in eterno, e nonostante i suoi indubbi meriti – l’aver creato il web marketing – il sito vetrina ha fatto il suo tempo. In breve, nell’epoca della Lead Generation e dell’E-Commerce, una semplice vetrina non basta più.

Parliamone!

 


Il problema del sito vetrina: guardare, ma non comprare [via Giphy]

Cos’è un sito vetrina?

Un sito vetrina è un sito web solitamente piuttosto semplice. Consiste di un numero ridotto di pagine, dove si cerca di fornire tutte le informazioni necessarie al visitatore per trasformarlo in un potenziale cliente. Senza tanti clic, il cliente deve aver chiaro cosa facciamo, chi siamo, dove siamo e come può accedere ai nostri prodotti e servizi.

Un po’ come le famose 5W (Who, What, Where, When, Why) nel giornalismo e nello storytelling, il sito vetrina ha la funzione di contestualizzare l’oggetto – l’azienda, il marchio, il prodotto – nell’orizzonte mentale delle persone.

Banalmente: se nel mio universo non esisti o non so come collocarti, non comprerò da te.

 

Una tipica struttura da sito vetrina è:

  • Home: la pagina che offre una visione d’insieme sul business
  • Prodotti/servizi: che cosa facciamo (eventualmente: quanto costa) ed esempi (portfolio)
  • About us: chi siamo e perché facciamo quel che facciamo
  • Contatti: dove siamo e come puoi contattarci per richiedere i nostri prodotti e servizi

Ecco un esempio di tipico sito vetrina, con tutti questi elementi (anche se da un settore di nicchia come la scherma storica).

 

sitovetrina

 

Classico esempio di sito vetrina

 

Per mettere su queste pagine essenziali senza troppa fatica di solito si usano strumenti web appositi, che prendono il nome di CMS: acronimo di Content Managem System. Il CMS par excellance è naturalmente WordPress, ma ne esistono un’infinità altrettanto buone (Wix per citarne una).

Creare un basilare sito vetrina con wordpress non è affatto difficile: servono un po’ di pratica e pazienza – i tutorial non mancano: basta digitare “wordpress tutorial” su youtube. WordPress e i CMS in generale sono strumenti molto versatili, che permettono di ottenere risultati qualitativamente buoni: tanto per intenderci, questo sito e il suo blog son fatti con WordPress.

Siti illustri sono realizzati con wordpress: ad esempio quello dello studio Fuksas o quello della Compagnia di San Paolo.

 

sitovetrinafuksas

WordPress è ovunque

I limiti del sito vetrina

Dunque, un sito vetrina è un ottimo investimento per stabilire una prima presenza online per la propria attività, ed esistono strumenti che ne facilitano enormemente la creazione con risultati eccellenti.

E fin qui le buone notizie. Ora iniziamo con le dolenti note.

 

Il sito vetrina non aiuta a catturare clienti

Se un sito vetrina può essere altamente soddisfacente per architetti e altre categorie professionali, presenta invece diversi limiti per le attività che, per propria natura, hanno una più ampia platea di clienti e potenziali clienti da seguire. Specialmente le aziende che lavorano direttamente a contatto con i consumatori (Business-to-Client o B2C).

Per chi deve inseguire il proprio pubblico su internet, il caro vecchio form di richiesta contatto non basta più.

Siamo nell’epoca di Amazon, Paypal, Satispay, Shopify: se per comprare un libro o prenotare una camera devo inviare una richiesta contatto e non posso pagare subito via internet – cioè, se non posso avere tutto subito – allora andrò da chi mi permette di farlo. Da parte dei consumatori c’è l’aspettativa che i siti di queste attività siano dotati di E-Commerce e prenotazione online.

L’obsolescenza del sito vetrina è un discorso valido anche per il B2B. Qui, con un numero di visite tendenzialmente inferiore e con una maggiore importanza di ciascun singolo cliente per il business, è ancora più doveroso andare oltre la passività del sito vetrina e del semplice “richiedi informazioni”.

Bisogna cercare di catturarlo, spingerlo a lasciarci una mail a cui possiamo contattarlo – in altre parole, fare lead generation. Per fare questo possiamo creare risorse scaricabili sul sito – lead magnet – pop-up che invitino a scaricarle, form di iscrizione alla newsletter, un blog: dei webinar: Insomma, una content strategy che aiuti a trasformare il visitatore anonimo in un contatto commerciale evitando di lasciare questa decisione al puro caso.

In sostanza, se vendi prodotti o servizi standardizzati ad una platea consistente, allora il sito vetrina non basta.

 

Il sito vetrina non ti permette di attribuire le vendite e misurare il ritorno sull’investimento

Altro problema è che il sito vetrina – dotato, al più, di un form di richiesta contatti – non permette di fare una valutazione costi – benefici legata al sito.

Il tracciamento di una vendita, con un sito vetrina, è un’operazione del tutto manuale: riceviamo una mail di richiesta informazioni attraverso il sito da cui si origina una vendita? Bene, prendiamo la somma dalla contabilità e attribuiamo quella vendita al sito. Ma via via che aumentano i numeri, diventa sempre più facile sbagliare e dimenticarsi, falsando il proposito iniziale di fare una valutazione oggettiva.

Un e-commerce , ma anche un sito B2B, equipaggiati con un software di sales & marketing automation che faccia da ponte con il software contabile fanno questo in maniera del tutto automatica. Non solo la marketing automation permette di attribuire una vendita registrata nel software di contabilità ad un contatto generato sul sito, ma è anche in grado di registrare informazioni relativa al tipo di visita. Ad esempio, se il contatto a cui è attribuita la vendita, è arrivato tramite ricerca organica o tramite un annuncio sponsorizzato.

E questo rende possibile fare tutta una serie di stime molto dettagliate sull’utilità del sito per il business, sui costi e benefici delle campagne sponsorizzate, sull’importanza dei clienti digitali per il bilancio.

 

Il sito vetrina ha comunque bisogno della SEO

E poi c’è la questione del posizionamento. Infatti, non basta creare un sito vetrina per vederlo magicamente in prima pagina su Google: la messa online è solo il primo gradino di una lunga scalinata che (forse) porta alle prime posizioni.

Per salire la scalinata che porta in prima pagina serve la SEO – o Search Engine Optimization. Il ché, significa:

  • analizzare preventivamente le keyword per le quali si vuole comparire in prima pagina;
  • ottimizzare i testi in base alle parole chiave scelte (e crearli lì dove non ci sono);
  • lavorare sugli aspetti tecnici del sito (velocità di caricamento, fruibilità da mobile, gerarchia delle pagine);
  • creare una buona strategia per aumentare i backlink al sito e accrescere l’autorità del dominio;
  • avere pazienza;

A meno che uno non sia già pratico di ottimizzazione dei siti per i motori di ricerca, per la SEO tocca appoggiarsi a dei consulenti esterni, il ché significa pagare.

Ma vale la pena pagare dei consulenti SEO per far arrivare in prima pagina un sito vetrina?

Secondo noi, no.

 

Come superare il sito vetrina

Posti i limiti del sito vetrina, che cosa ha senso fare? Abbandonare il sito? Potenziarlo?

La risposta dipende molto dal tipo di attività.

Per le piccole attività di vendita al dettaglio può comunque essere utile investire su un sito web, a patto che sia possibile per i clienti – anche quelli di quartierecomprare via web. Parlando di volumi medio-piccoli c’è davvero l’imbarazzo della scelta: si può creare un account con un software di e-commerce, utilizzare plug-in WordPress come Woocommerce o creare un sito con Google My Business.

Per B2B e B2C medio-grandi il discorso è diverso. Bisogna essere in grado di utilizzare il sito per generare contatti, guidarli all’acquisto, tracciarne il percorso all’interno del sito e misurarne la spesa.
Il sito vetrina deve diventare un’immagine digitale dell’azienda o del negozio: un canale di lead generation nel primo caso, un e-commerce vero e proprio nel secondo.

Valorizzare i contatti e potenziare le logiche dell’e-commerce sono precisamente due degli scopi di Nurtigo, la nostra soluzione di Sales & Marketing Automation.

Interfacciando Nurtigo con il tuo sito, puoi potenziare i suoi funzionamenti in ottica di lead generation e e-commerce, e aumentare i tassi di conversione generali là dove più ne hai necessità.